Internet è una rete di portata mondiale. Originariamente il suo scopo era quello di garantire comunicazioni stabili ed efficienti tra le sedi delle forze armate statunitensi oltre che tra le università e i centri di ricerca che lavoravano a progetti di natura militare.
Col tempo, si è evoluta in una rete prettamente universitaria e oggi, dopo l'avvento dell'interfaccia grafica che ne facilita la navigazione, è diventata uno strumento di massa, aperto alla divulgazione di notizie e alla vendita di prodotti e servizi.

Il progetto fu portato avanti inizialmente dall'agenzia statunitense ARPA (Advanced Research Projects Agency), dalla quale prese il nome di ARPAnet.
Esso consisteva nel collegamento in rete, tramite il Network Control Protocol (NCP), dei computer di alcuni punti strategici degli Stati Uniti (Dipartimento della Difesa, Università, centri di ricerca).
Tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta, altri centri di elaborazione iniziarono ad usare l'innovativa tecnologia di packet switching di ARPAnet per collegare i propri sistemi.

Nel 1971 c'erano 23 sistemi collegati in rete; entro il 1980 erano già diventati più di 200 con i primi collegamenti internazionali.
Il primo appalto per la costruzione della rete fu concesso a una società chiamata Bolt, Beranak and Newman (BBN) che collegò quattro università diverse: Stanford University, ucla (University of California at Los Angeles), ucsb (Univesity of California at Santa Barbara) e la University of Utah, usando linee telefoniche e installò in ciascuna di queste un imp (Information Message Processor), vale a dire un particolare computer che gestiva il traffico in rete.
L'imp fungeva da intermediario tra linee di connessione e mainframe, i grandi elaboratori centralizzati su cui all'epoca residevano tutte le informazioni e tutti i programmi.

Col passare del tempo i progettisti di arpanet definirono un insieme di circa 100 protocolli per regolare il trasferimento dei pacchetti e questo insieme si è evoluto in quella che noi oggi conosciamo con il nome di Internet Protocol Suite: una raccolta di standard trasmissivi che verte su due protocolli primari, il Transmission Control Protocol (tcp) e l'Internet Protocol (ip), più molti altri secondari che consentono la comunicazione tra computer e reti molto diverse.
La prima definizione di tali protocolli risale al 1973 e nel 1974 Vincent Cerf e Robert Kahn ne stilarono le caratteristiche su un documento intitolato IEEE Transactions on Communications (l'Institute of Electrical and Electronics Engineers è l'associazione di categoria che riunisce tutti gli ingegneri americani).
Durante questi primi anni di sperimentazione, i costi di installazione e di manutenzione della rete erano ancora proibitivi, accessibili per lo più a governi e centri di ricerche, dotati di computer che all'epoca costituivano quanto di più moderno la tecnologia informatica americana potesse offrire.

Nel 1983 Internet divenne a tutti gli effetti la rete delle reti, utilizzando arpanet come dorsale (rete ad alta velocità che unisce tra loro altre reti locali). Tuttavia restavano ancora esclusi tutti quegli atenei che non avevano rapporti con il Dipartimento della Difesa.
Al fine di risolvere questo problema e di estendere l'accesso a tutti gli interessati, il Dipartimento della Difesa creò una propria rete alternativa, detta milnet, così da non dover più dipendere esso stesso da arpanet e da lasciare campo libero al mondo accademico, mentre il governo americano istituì la National Science Foundation (nsf) con il duplice scopo di fornire risorse di elaborazione alle università (mediante l'uso centralizzato di supercomputer) e di favorire la crescita di un sistema di comunicazione veloce tra queste ultime.
Nei primi anni Ottanta la nsf costruì csnet, una rete che univa le varie facoltà d'informatica statunitensi; alla fine degli anni Ottanta costituì nsfnet con lo scopo dichiarato di rimpiazzare arpanet per mezzo di una rete dorsale alternativa.
La transizione è stata relativamente lunga e in effetti arpanet è stata smantellata definitivamente solo nel 1990.

Internet iniziò a ricevere attenzione dai mass-media nei tardi anni 80, specialmente quando il mitico virus "worm" di Robert J. Morris disattivò alcune migliaia di computer presenti nel network.
Nel 1989, il backbone NSFnet fu potenziato con una linea T1 (1544 Mbps). Il tutto quando il numero di host connessi in rete raggiungeva i centomila.
All'inizio degli anni 90, la crescita esponenziale degli host connessi in rete aveva raggiunto le 700.000 unità.

A differenza delle quattro università che parteciparono alla versione originale di arpanet, l'Internet moderna si compone di migliaia di singole reti, ciascuna che raccoglie a sua volta un numero più o meno grande di host (macchine individuali).
Il termine non si riferisce ai singoli oggetti fisici al suo interno, bensì allo spazio complessivo che questo insieme di computer rappresenta e che può essere attraversato in lungo e in largo da chi cerca notizie, documenti, messaggi e file da scaricare.

La natura dei protocolli tcp/ip è tale da consentire l'interconnessione dei network più eterogenei: dalle lan convenzionali (come Ethernet) alle reti geografiche che si spargono sul territorio attraverso l'impiego di linee telefoniche più o meno veloci, governate coi metodi trasmissivi più disparati.
Non esiste computer al mondo che non possa dialogare con il tcp/ip e questo comprende i personal computer, i mini computer e i grandi mainframe.
Il sistema fisico di connessione può essere il più vario: fibra ottica per le grandi distanze, cavo coassiale e doppino telefonico, satellite, onde radio, raggi infrarossi.

Si tratta di un mondo in continua trasformazione, con pezzi che si aggiungono e pezzi che scompaiono, ma nel suo insieme lo spazio Internet è sempre disponibile, a qualsiasi ora, e la sua esistenza non dipende dall'iniziativa di una singola azienda oppure di un singolo governo.
L'universalità di questa rete consente agli utenti di scegliere il computer e i programmi che preferiscono, di decidere liberamente il tipo di connessione da utilizzare (modem su linea privata, linea isdn, rete locale con collegamento geografico ad alta velocità).